Viviamo in una società moderna, nell’era dorata dell’informazione, della tolleranza e dell’uguaglianza. Almeno questa è la teoria. Com’è possibile allora che continuino ad esistere stereotipi di genere? Cosa si intende per genere? Come si può cambiare questa mentalità? L’unica soluzione possibile risiede nella cultura personale e nella crescita formativa dei singoli individui. Tutti possiamo cambiare il mondo se vogliamo con i nostri gesti quotidiani. Studia il nostro Master in parità di Genere + Tecnico Esperto nella Prevenzione della Violenza di Genere.

Genere

Nel dibattito antropologico e sociologico contemporaneo, il termine genere ha sostituito il termine sesso per indicare la tipizzazione sociale, culturale e psicologica delle differenze tra maschi e femmine. In altre parole, cerca per di distinguere l’orientamento psicosessuale (gender) di una persona dal suo sesso anatomico (sex). Questo concetto venne introdotto negli anni 1960 da due medici statunitensi. Ma oggi giorno questo concetto va oltre. Infatti, l’identità di genere non deriva necessariamente da quella biologica della persona e non riguarda l’orientamento sessuale. L’identità di genere può essere correlata al sesso assegnato alla nascita o può differire da esso, si può parlare di genere maschile, genere femminile o qualcosa di diverso da questi due generi (genere non-binario).

Stereotipi di genere

Gli stereotipi di genere sono l’insieme rigido di credenze condivise e trasmesse socialmente, su quelle che sono e devono essere i comportamenti, il ruolo, le occupazioni, i tratti, l’apparenza fisica di una persona, in relazione alla sua appartenenza di genere. In altre parole sono idee e credenze socialmente imposte dall’infanzia nei soggetti, marcando e condizionando l’esistenza di uomini e donne. Gli stereotipi di genere sono la catena che ci mantiene bloccati.

Molte ricerche sui tratti che differenziano le personalità di donne e uomini evidenziano una sostanziale uniformità tra gli attributi associati, sia dagli uomini sia dalle donne, rispettivamente a uomini e donne. A questo ci si riferiva inizialmente quando si parlava di stereotipi di genere. Per lo stereotipo maschile risultano gli aggettivi dominante, aggressivo, competitivo, indipendente, ambizioso, sicuro di sé, avventuroso e decisionista; per lo stereotipo femminile, affettuosa, remissiva, emotiva, empatica, loquace, gentile.

Frasi terribili che si ascoltano ancora costantemente riguardo le donne come “Resta a casa se non vuoi che ti succedano certe cose” o “Guidi bene per essere una donna”, o rivolte a uomini ancora si ascolta dire “Piangi come una femminuccia” o “Gli uomini sono tutti uguali”. Davvero ancora possiamo pensare che il genere definisce il modo di guidare di una persona? O che un uomo è meno maschile se piange o se fa le faccende di casa?

Se un bambino gioca con le bambole è una cosa brutta? O da femminuccia? Non è possibile che quel bambino possa star giocando ad essere un papà? Gli stereotipi di genere solo servono a frenare le nostre possibilità come individui, specialmente ora che, come dicevamo, non esistono due soli generi, come si pensava in precedenza. Cos’è cambiato allora? La mente si è aperta e finalmente ci sono persone (coraggiose) che non si nascondono pensando di avere un problema per essere diverse, ma che vogliono far sapere che sono così, che esistono.

Principali tipi di identità di genere

Vediamo ora che tipi di identità di genere troviamo, perché il sapere non occupa spazio e l’ignoranza è il peggior nemico.

  • Agender: persona che non si attribuisce e/o non percepisce un’identità di genere.
  • Androgino (o Bigender): persona non identificabile (esteticamente) né come uomo né come donna, presentando un’identità di genere che risulta un mix tra i due, oppure neutra.
  • Bisessuale: una persona sessualmente e/o sentimentalmente attratta da più di un solo genere.
  • Demisessuale: una persona che ha un’attrazione sessuale solo se è presente un’attrazione romantica o comunque un forte legame emotivo.
  • Gay: un uomo emotivamente e/o sessualmente attratto da altri uomini.
  • Gender fluid: persona che si alterna tra l’identificazione con identità maschile, identità femminile e identità miste.
  • MtF o FtM: Transizione dal maschile al femminile o Transizione dal femminile al maschile.
  • Lesbica: una donna emotivamente e/o sessualmente attratta da altre donne.
  • Pangender: persona la cui identità di genere è costituito da tutte o da molteplici espressioni di genere.
  • Transessuale: individui che vivono in un ruolo di genere diverso da quello assegnato alla nascita avendo realizzato qualche tipo di transizione medica.
  • Transgender: individui che vivono in un ruolo di genere diverso da quello assegnato alla nascita senza impegnarsi in alcun tipo di transizione medica.
  • Travestito: indica una persona (di qualsiasi genere) che si veste, si trucca ed usa accessori tipicamente usati da individui di sesso opposto.

Discriminazione e stereotipi di genere

Il sessismo e la discriminazione di genere iniziano abitualmente a manifestarsi, in modo evidente e urgente, durante l’adolescenza. In questa fase è quando i soggetti iniziano a relazionarsi tra di loro in modo differente e quando i ruoli di genere iniziano a costituirsi in modo più rigido. Il soggetto costituisce la sua identità nell’adolescenza. Se tale identità si forma influenzata dai parametri del sessismo o della discriminazione di genere, l’individuo dirigerà la sua esistenza sociale e si identificherà con i tradizionali stereotipi di genere. Per questo motivo, è importante conoscere le attitudini problematiche associate alla violenza di genere, così come le difficoltà riguardanti l’educazione e l’intelligenza emotiva in funzione del genere.

Emerge, quindi, un contesto in cui da un lato si riscontra nei bambini la presenza di stereotipi di genere e, dall’altro, la mancanza di interventi che possano contrastare la formazione di queste architetture culturali che nella loro peggiore espressione si traducono in episodi di violenza di genere. Intervenire sui più piccoli significa, infatti, favorire un cambiamento culturale e combattere gli stereotipi di genere, prima che questi vengano trasmessi, anche inconsapevolmente, dalla società.