Attualmente, la maggior parte delle persone è connessa alle reti sociali. Siamo in un periodo di cambi eccezionali: la nostra casa è diventata il nostro ristorante preferito, la nostra palestra e il nostro locale dove svagarsi ma, soprattutto, il luogo da dove ci colleghiamo alle nostre reti sociali ed alle informazioni in rete. Questo aumento di connessioni e interazioni porta inevitabilmente ad un nuovo problema: il contatto diretto con le fake news: notizie impostate in modo da sembrare reali ma che lasciano molti dubbi e, per questo, abbiamo deciso di analizzare le bufale più frequenti in questo periodo.
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Fake news ai tempi della quarantena
Le reti sociali, in questo momento, sono la nostra finestra sul mondo e il nostro unico mezzo per mantenere i nostri contatti con l’esterno. Sono anche un buon mezzo di informazione. Purtroppo, cercare notizie su queste reti, può farci imbattere in fake news o notizie false. Sicuramente avrete letto qualcuna di queste notizie:
1-. Nessun prodotto omeopatico cura il coronavirus
Ci sono tante notizie di rimedi, anche casalinghi, per curare o alleviare i sintomi di questo virus. Ad oggi, il mondo scientifico, ancora non ha trovato nessuna cura per questo virus nello specifico anche se ci sono medicinali che alleviano i sintomi e che danno un barlume di speranza se utilizzati e/o somministrati dai professionisti sanitari.
2-. Il freddo ferma l’espansione del virus
L’OMS ha dichiarato che non c’è nessuna evidenza scientifica che le basse temperature possano rallentare o fermare il virus.
3-. Mangiare aglio può evitare il contagio
L’aglio è un alimento con forti proprietà antimicrobiche ma non c’è nessuno studio che confermi che il suo consumo possa proteggere dal contagio di questo virus.
4-. Trattenere il respiro per 10 secondi non è un test efficace
Una delle fake news più comuni è che, se riusciamo a trattenere il respiro per un tempo determinato, allora siamo sicuri di non aver contratto il virus. Certamente questo virus attacca in particolar modo le vie respiratorie ma ci sono tanti pazienti asintomatici. In caso di dubbi, la cosa migliore, è rivolgersi alle autorità sanitarie o utilizzare test e applicazioni approvate dalle già citate autorità.
5-. Le zanzare trasmettono il virus
L’OMS dichiara che non c’è nessuna prova che una puntura di zanzara possa trasmettere il virus da un soggetto all’altro.
6-. Gli animali da compagnia possono trasmettere il virus
Anche se un cane, a Hong Kong, risultò positivo al Coronavirus e che le autorità, in caso di positività, includono nella quarantena anche l’animale da compagnia, l’OMS, nuovamente, ci ricorda che non ci sono prove evidenti di trasmissione tra animali di compagnia ed esseri umani.
7-. I giovani non hanno alte possibilità di contagiarsi
Anche se le persone più anziane sembrano essere quelle che contraggono più spesso questo virus e sono quelle che sviluppano i sintomi più gravi, non è detto che il contagio o sintomi gravi non possano verificarsi tra la popolazione più giovane come è stato dimostrato in tanti casi in varie parti del mondo.
8-. L’ibuprofeno aggrava i sintomi del virus
L’Agencia Española de Medicamentos afferma che questo medicinale non è assolutamente pericoloso, oltre gli effetti collaterali già conosciuti e illustrati nei bugiardini, per quanto riguarda i sintomi del virus. Se si stanno seguendo terapie o cure con tale medicinale non devono essere interrotte.
9-. La vitamina D aiuta a frenare il contagio
Anche se l’assunzione di tale vitamina ha effetti benefici già noti alla comunità scientifica, non esiste prova che possa frenare totalmente il virus.
10-. Il virus non è stato creato in laboratorio.
Oltre alla fake news, esistono molte teorie complottiste infondate che creano panico. Sicuramente tutti abbiamo ascoltato la teoria del virus creato in un laboratorio. Tutti gli esperti a lavoro per trovare una cura hanno affermato, con certezza, che il virus ha origini naturali.
Come possiamo frenare le notizie false?
La cosa migliore da fare è controllare sempre, da varie fonti ufficiali, le notizie che incontriamo sulle reti sociali e, soprattutto, non condividerle se non abbiamo la certezza che tali notizie siano vere.