La relazione tra una madre e suo figlio inizia a svilupparsi già prima della nascita, quando si vede la prima immagine e si percepiscono i primi movimenti nel ventre materno. Anche il bambino inizia a conoscere i genitori tramite il suono della loro voce quando è ancora nella pancia. Dopo il parto con il primo sguardo e il primo vagito danno inizio ad una serie di scambi fra madre e bambino in grado di creare un legame fisico, emotivo e psicologico che durerà tutta la vita. Questo legame è definito come attaccamento o bonding. Approfondisci questo argomento con il nostro Master in Psicologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza + Master in Coaching e Intelligenza Emotiva nell’Infanzia e nell’Adolescenza.

Attaccamento

Il primo legame affettivo del bambino viene definito attaccamento e viene descritto come un legame di lunga durata, emotivamente significativo, con una persona specifica, che è la figura predisposta all’accudimento.  Con questa persona il bambino ricerca la vicinanza fisica perché sente protezione e sicurezza. Se questo legame viene interrotto, si produce uno stato di angoscia da separazione. La relazione con questa figura (generalmente la madre) fornisce una base sicura dalla quale durante la crescita il bambino potrà allontanarsi per esplorare il mondo sapendo che potrà sempre ritornare e che sarà sempre accolto, nutrito, rassicurato e confortato.

L’attaccamento può essere dunque considerato un importante istinto animale che aiuta il bambino a soddisfare bisogni primari che riguardano le esigenze fisiche e alimentari, ma anche l’affettività e la sicurezza e aiuta i genitori a mettersi in relazione positiva con il nuovo membro della famiglia.

Tipi di attaccamento

Anche se in molte occasioni l’attaccamento è stato visto, nell’età adulta, come qualcosa di negativo, durante i primi mesi di vita di un bambino è necessario per il suo corretto sviluppo. In funzione del comportamento della madre e del padre in relazione a suo figlio, il piccolo può sviluppare uno dei seguenti tipi di attaccamento. Ognuno di essi, come si può osservare, condizionano l’adulto nelle sue emozioni future e nella loro gestione:

  • Attaccamento sicuro. Il bambino si sente sicuro, accettato e apprezzato. È cosciente che la persona che si occupa di lui non lo deluderà. Questo da come risultato un individuo sicuro di se stesso e che manterrà ottime relazioni nell’età adulta.
  • Attaccamento ansioso e ambivalente. Il piccolo non si sente sicuro e non si fida della persona che si occupa di lui. Osserva l’ambiente circostante con sfiducia e inquietudine. Quando raggiungerà l’età adulta, abitualmente, diventerà dipendente dal proprio partner o da altri individui con cui si relaziona.
  • Attaccamento elusivo. Il bambino sente e assume che le persone che si occupano di lui non sono presenti in caso di bisogno. Per questo, si sente poco valorizzato e poco amato. Questo provoca sofferenza e dovrà abituarsi a questi sentimenti che, nell’età adulta, si trasmettono in relazioni problematiche o inesistenti.
  • Attaccamento disorganizzato. Il bambino ha un comportamento distruttivo, il suo stato d’animo è instabile e volubile. Presenta comportamenti e emozioni contraddittorie. Questo tipo di attaccamento scatena, in età adulta, frustrazione e ira, generalmente non si sentono amati e/o apprezzati e rifiutano le relazioni.
Importanza di un attaccamento salutare e integrativo

La qualità della relazione tra genitori e figlio viene segnata dall’attaccamento che il bambino manifesta. Anche se il bambino non è cosciente, gli adulti sì e sono loro che devono decidere il processo, gestirlo e aiutare il proprio figlio ad assimilarlo in modo corretto. Per cui, cosa vuol dire un attaccamento salutare e integrativo? È quello che permette ai genitori di separarsi dai figli e viceversa. Non si devono confondere attaccamento e dipendenza: il primo concetto è necessario per far sì che il bambino si sviluppi e si senta sicuro, amato e soddisfatto mentre il secondo indica un abuso del primo.

Quando il bambino e i genitori seguono un comportamento poco salutare e l’ansia da separazione si converte in un disturbo, allora si parla di attaccamento insano. In questa circostanza, il bambino è incapace di agire per se stesso. I bambini hanno la necessità di conoscere il mondo, esplorare l’ambiente circostante ed è per questo che devono allontanarsi dai genitori. Inoltre, i bambini devono necessariamente stabilire relazioni con altri bambini e con gli adulti.

Per far sì che l’attaccamento sia salutare e si radichi correttamente nel comportamento del bambino, oltre all’influenza dei genitori, è importante anche il contesto sociale. All’interno di tale contesto, si trovano le dinamiche e strutture sociali dentro delle quali il bambino dovrà interagire, integrarsi e svilupparsi. Molte persone credono che gli eventi che si susseguono durante i primi anni di vita sono molto importanti, però non sono decisivi e determinanti per il soggetto in questione. L’influenza di una situazione può influire posteriormente. Quanto prima si corregge un’esperienza traumatica o una cattiva reazione, prima questa verrà superata.

Inoltre, nei casi ben equilibrati e sani, il bambino dovrà sentire la presenza dei suoi genitori per sviluppare un buon attaccamento. Cioè, tanto la madre come il padre, dovranno passare del tempo con il bambino per far sì che quest’ultimo senta la loro presenza e li assuma come una certezza nella propria vita. Al contrario, una relazione superficiale può comportare dei problemi.