Spesso parliamo delle alternative alla medicina classica, nella costante ricerca di metodi più naturali. Una di queste alternative è rappresentata dall’omeopatia. Infatti questa è branca si riferisce a un sistema di medicina alternativa caratterizzato dall’uso di rimedi privi di ingredienti chimicamente attivi. Sicuro che in qualche momento tutti abbiamo usato qualche tipo di rimedio omeopatico, spesso anche senza saperlo. Se vuoi scoprire di più, non perderti il nostro articolo di oggi. Non dimenticare che con Esneca Business School puoi informarti con il doppio titolo Master in Naturopatia + Master in Erbodietetica.
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Omeopatia
L’omeopatia è una teoria medica che tratta di curare le malattie somministrando in piccolissime dosi quelle stesse sostanze che le causano. Come nasce l’idea?
Storia e concetto
L’omeopatia fu sviluppata dal medico Christian Friedrich Samuel Hahnemann, che ne enunciò i principi fondamentali alla fine del XVIII secolo. Il medico era convinto che le malattie fossero causate da impurità negli umori. Queste dovevano assolutamente essere eliminate per poter agire sul disturbo. Iniziò ad utilizzare sostanze vegetali, animali e minerali nella preparazione di rimedi omeopatici, che somministrava a gruppi di soggetti sani. In questo modo, ottenne una serie di reazioni fisiche e psicologiche in ogni soggetto, registrate sotto il nome di patogenesi.
Durante questo processo, osservò che la somministrazione di sostanze, in dosi non tossiche a soggetti sani, causava in loro una serie di sintomi. Tali sintomi vennero classificati in diversi livelli:
- Locale: si riferisce a reazioni che sono provocate in una regione specifica dell’organismo.
- Generale: si riferisce alla reazione che può causare in tutto il corpo.
- Mentale: reazioni a livello psichico.
Possiamo dire che l’omeopatia si caratterizza per essere un metodo terapeutico che tratta le malattie per mezzo di sostanze capaci di produrre un insieme di disturbi simili alla malattia che intendono combattere. Si percepisce simile alla medicina generale in quanto prende in considerazione l’individuo nel suo insieme, dando importanza a tutto ciò che lo riguarda, individualizzando il modo di reagire alla malattia.
Ed è questa la reazione naturale che viene stimolata dalla medicina omeopatica al fine di ottenere una cura. Per questo, il trattamento omeopatico si basa sull’uso di sostanze che, somministrate in piccole dosi, sono in grado di curare una data malattia, mentre se fossero date in quantità maggiori, a un individuo sano, produrrebbero sintomi simili a quelli che intendono combattere.
Principi di base
L’omeopatia è un metodo terapeutico che si basa sull’applicazione delle leggi della farmacologia. Queste sono: legge di similitudine o principio di somiglianza, legge della dose infinitesimale e legge dell’individualizzazione.
Legge di similitudine
In altre parole, questo principio indica ciò che spiegavamo prima. Qualsiasi sostanza farmacologicamente attiva che, somministrata a una persona sana in una dose ponderabile, provocherebbe certi disturbi e sintomi, potrebbe invece far scomparire questi stessi problemi se venisse somministrata in dosi minime a una persona malata.
Legge della dose infinitesimale
Questa legge dice che quanto più bassa sarà la dose della sostanza somministrata, tanto più efficace sarà la sua reazione. Questa è l’origine del principio di dinamizzazione e di diluizione di Hahnemann.
Un esempio di ciò è l’acqua minerale, la quale ha un effetto benefico sull’organismo e la sua composizione è nota grazie alle analisi che si possono effettuare. Ma se volessimo ricostruire questa stessa acqua con acqua distillata e sali minerali, ci renderemmo conto che il liquido creato non ha gli stessi effetti. Questo significa che nell’acqua minerale sono presenti altre tracce o sostanze infinitesimali coinvolte nella sua composizione.
Legge dell’individualizzazione
Qualunque sia la malattia di una persona, i sintomi che il malato presenta gli appartengono e sono specifici: due persone possono avere la stessa malattia e presentare un insieme comune di sintomi ma con comportamenti diversi.
Per questo la medicina omeopatica deve essere adattata ad ogni paziente nell’insieme dei suoi sintomi e della sua individualità. Infatti nell’omeopatia non ci sono malattie, solo pazienti con caratteristiche proprie.
Diluizione
Come abbiamo già spiegato, nell’omeopatia si possono utilizzare tutte le sostanze presenti in natura, non così come si trovano, bensì diluite. In tal senso, appare evidente il netto contrasto con la farmacologia classica, che tende ad isolare e a concentrare i principi attivi. Quindi una caratteristica delle preparazioni omeopatiche è la diluizione.
Questa diluizione serve per ridurre gli effetti collaterali, anche se le reazioni avverse che non si potranno evitare del tutto; in omeopatia si diluisce tantissime volte un rimedio che alla fine di materia in pratica non ne rimane. Da qui nascono le critiche alle cure omeopatiche e le accuse di effetto placebo. In realtà la dinamizzazione rende il rimedio talmente potente da scatenare effetti tossicologici nel paziente sano.
Dinamizzazione
L’altra tecnica utilizzata per la produzione di rimedi omeopatici sfrutta un secondo elemento di importanza fondamentale: la dinamizzazione (o potenziamento). Essa consiste nello scuotimento del prodotto diluito, da effettuarsi per almeno 100 volte in senso verticale, con movimenti netti, veloci e di breve distanza (circa 20 centimetri). Oggigiorno ovviamente questo processo è automatizzato.